Trattamenti

Neurologia Funzionale

L’applicazione clinica della Neuroplasticitá

Negli ultimi 30 anni le neuroscienze hanno fatto enormi passi avanti, permettendoci di esplorare sempre di più la fisiologia del sistema nervoso e il funzionamento del cervello. In particolare modo, sono stati delineati i cambiamenti che avvengono nelle connessioni tra singole cellule nervose e tra le varie parti del cervello in seguito alla stimolazione ripetitiva e all’apprendimento.

Oggi questi concetti, che costituiscono la base della neuroplasticità, possono essere applicati clinicamente al recupero della funzionalità in pazienti con patologie neurologiche.

La valutazione neurologica funzionale

Rispetto ad una visita neurologica tradizionale, in cui lo scopo è evidenziare la presenza di una lesione, la valutazione funzionale è mirata a quantificare la capacità funzionale dei vari micro-circuiti all’interno del nostro cervello.

 

Questo tipo di approccio è stato sviluppato dal prof. Carrick, chiropratico e professore di neurologia ad Harvard USA e Cambridge UK, ed ha dimostrato la sua efficacia in particolar modo nei pazienti affetti da patologia definita “funzionale”, in cui tipicamente non si riscontrano alterazioni nelle strutture del sistema nervoso ma il paziente ha problemi ad attivare correttamente i circuiti neurologici.

L'approccio Neurofunzionale

Gli esempi più tipici sono le cefalee primarie (emicrania classica, emicrania comune, emicranie autonomiche come la cefalea a grappolo ecc), le sindromi post-trauma cranico commotivo (mTBI), le alterazioni vestibolari centrali.

 

In tutte queste patologie gli esami radiologici sono negativi e non evidenziano lesioni alle strutture del sistema nervoso, tuttavia il paziente è affetto da sintomi debilitanti. Il sistema nervoso in questo senso è davvero analogo ad un computer: la componentistica (hardware) può essere perfetta ma se la programmazione (software) è inadeguata, la capacità funzionale diminuisce e il sistema non funziona al 100%.

 

Un approccio neurologico-funzionale è possibile anche in presenza di lesioni strutturali all’encefalo o al midollo spinale, al fine di massimizzare la qualità di vita nei pazienti che per patologia congenita o acquisita abbiano una riduzione della funzionalità neurologica.

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