Cos’è?
L’International Continence Society definisce “incontinenza urinaria” qualsiasi perdita involontaria di urina.
Le perdite possono essere motivo di imbarazzo e disagio, poiché si teme che l’odore o le vesti bagnate possano essere percepite dalle persone presenti.
Questa condizione porta le donne a cambiare le loro abitudini di vita: indossano ogni giorno pannolini assorbenti, non bevono prima di uscire di casa per evitare di dover “cercare un bagno”, arrivano ad uscire poco di casa, a modificare le loro relazioni di coppia, a limitare la vita sociale e le abitudini sportive per timore di trovarsi in situazioni di disagio.
Anche se si ne parla davvero poco, l’incontinenza urinaria è un disturbo molto diffuso nella popolazione femminile!
Ne soffre circa il 20-30% delle donne in età fertile, il 40% delle donne all’arrivo della menopausa, il 50% delle donne anziane.
Quali sono le cause e quali sono i fattori di rischio?
Molto spesso l’incontinenza urinaria è causata da un funzionamento non efficiente di organi e muscoli a livello di apparato genitale, apparato urinario, pavimento pelvico o addome. In altri casi l’incontinenza è il sintomo di una malattia del sistema nervoso centrale.
Tra i fattori di rischio più comuni troviamo i seguenti:
- gravidanza
- parto
- traumi ostetrici (episiotomia, lacerazioni durante il parto…)
- sport intenso (per esempio corsa, salto, pallavolo, danza del ventre…)
- menopausa
- obesità
- eta’
Esistono tre tipi di incontinenza urinaria:
- Incontinenza urinaria da sforzo
E’ la perdita di urina che avviene compiendo uno sforzo fisico, quando per esempio si tossisce o starnutisce, ci si soffia il naso, si salta, si corre, si fanno le scale, si cammina o si sollevano pesi. In tutti questi casi all’interno dell’addome aumenta la pressione e la vescica viene compressa: se i muscoli del pavimento pelvico non chiudono adeguatamente lo sfintere uretrale può allora avvenire una fuoriuscita di urina.
- Incontinenza urinaria da urgenza
E’ la perdita di urina preceduta o accompagnata dal bisogno non rimandabile di urinare. L’incontinenza di questo tipo è associata ad un’attività eccessiva della vescica, che si contrae per svuotarsi anche quando non è sufficientemente piena, mentre anche qui i muscoli del pavimento pelvico non sono in grado di chiudere lo sfintere uretrale per impedire la fuoriuscita dell’urina.
- Incontinenza urinaria mista
Comprende entrambe le precedenti situazioni.
Cosa fare?
Innanzitutto è bene parlare del proprio disturbo, richiedendo la consulenza di un medico urologo o ginecologo, oppure di un professionista sanitario come il fisioterapista o l’ostetrica che siano specializzati nella riabilitazione del pavimento pelvico.
La riabilitazione costituisce in moltissimi casi un approccio terapeutico efficace, spesso in grado di ridurre notevolmente o addirittura eliminare il problema.
Il fisioterapista specializzato in rieducazione del pavimento pelvico valuterà il modo in cui “funziona” una donna a livello genitale ed urinario e imposterà assieme a lei un programma di rieducazione individuale, personalizzato sulle esigenze specifiche di quella donna.
Ogni programma rieducativo seguirà tre fasi:
- percezione: la donna viene guidata a percepire la zona pelvica, poiché “sentire” questa parte del corpo è necessario per avviare l’allenamento
- allenamento e terapia comportamentale: i muscoli del pavimento pelvico vengono allenati a rilassarsi, a rinforzarsi, ad essere resistenti, ad armonizzarsi col respiro e col movimento dell’addome. L’allenamento viene impostato in studio col professionista ed eseguito a casa per pochi minuti ogni giorno. Il fisioterapista inoltre guiderà la donna nell’acquisizione dei comportamenti minzionali corretti da adottare nella quotidianità.
- automatizzazione: è la fase in cui pian piano viene meno la necessità di allenamento, poiché è stato ripristinato e reso automatico il meccanismo della continenza.
Oltre alle sedute individuali, assolutamente indicate per individuare il problema specifico ed avviare la riabilitazione, è possibile consolidare i risultati ottenuti tramite attività di gruppo, quali ad esempio la ginnastica ipopressiva: sarà cura dello specialista indicare ad ogni donna la strada o le strade terapeutiche più utili per lei.
A questo punto la donna potrà tornare a vivere con serenità le proprie giornate, senza timore né imbarazzo!
RIPRODUZIONE VIETATA
Fonte: AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti) – Perdite? NO, grazie! L’incontinenza si può risolvere.
Francesca Vignati
Dottoressa in Fisioterapia
Università di Verona